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Ho messo il culo sulla sella verso le due di pomeriggio senza sapere esattamente dove sarei andato. Più o meno mi girava in testa di arrivare a vendicari, ma sul come e sul quando (o in quanto tempo, per essere precisi) non avevo nessun programma specifico.
Parto alla volta di lido di noto, i primi sette chilometri circa. Il tempo è variabile, c'è un sole stupido che coglioneggia da dietro le nuvole, ma in fondo è meglio così, almeno eviterò di accentuare la mia abbronzatura da muratore.
In teoria la strada è facile ma ho il vento contro, della serie che la discesa diventa pianura, la pianura salita e la salita - beh - salita salita. Per fortuna dopo un po' il vento è diminuito, ma non prima che arrivassi a lido di noto. Parcheggio la bici accanto al paninaro chiuso - che fa una sorta di pizza in formato panino che ha chiamato "croc" e che in realtà non è nulla di che - giusto il tempo di bere una goccia d'acqua e scattare un paio di foto. Mi aspettavo casino dato che è domenica e invece non c'è praticamente nessuno, anche se effettivamente sono le due e qualcosa e ancora sono tutti a casa a mangiare.
Arrivo al bivio: a destra c'è tutto, a sinistra solo contrada eloro, un posto magnifico in cui sono stato innumerevoli volte e in cui mi sono divertito a fare trial con lo scooter. Adesso però non posso fare cazzate che non ho una mtb.
Il bello della bici è che la strada parla. Mi spiego: in auto o con lo scooter le strade sono più o meno uguali, mentre in bici ti accorgi di mille cose in più: pendenza, tipo di fondo ecc.
Così quella che era sempre stata una salita e basta, adesso diventa una rognosissima rampa che urla "che ci sei venuto a fare qui?".
Ingrano la prima, accendo il motore (praticamente per la prima volta) e vado su. Vado oltre e si apre davanti a me quel paesaggio stupendo che è l'unico motivo che mi ha spinto a venire sin qui:
Provo a proseguire lungo la strada che diventa subito un sentiero sterrato, attraversato da pecore con cui un pastore dialoga a suon di fischi e suoni gutturali. Riesco a passare e arrivo ad un cancello. Chiuso.
Ok, si torna indietro, e questa volta prendo a destra per "tutte le direzioni tranne eloro". Qui il paesaggio si fa ancora più bello, pedalo lentamente immerso nel silenzio più totale. Arrivo alla colonna pizzuta e la supero, rendendomi conto che la strada vira verso l'entroterra, il che vuol dire da qui in poi sarà tutta in salita per un bel pezzo.
Arranco per un po' con la lingua di fuori come un cane prima di accendere di nuovo l'assistenza. Il motorino inizia a ronzare e la fatica diminuisce ma non sparisce del tutto. Sono sempre in seconda e con l'assistenza su "normal". Dopo un po' torno alla civiltà e mi ricongiungo alla provinciale.
Parcheggio la bici accanto ad una casa abbandonata e bevo una sorsata d'acqua. Siccome sono scarso sono già piuttosto stanco. Se prendo a destra vado a noto e torno a casa, e il pensiero mi alletta un po'. Ma poi mi decido di prendere a sinistra, la spiaggia di calamosche non dovrebbe essere poi così lontana.
Proseguo fino ad arrivare all'ingresso della spiaggia. Sono sette chilometri di provinciale, tutta in salita. Il tratto più brutto di tutto il giro. Arrivato alla svolta a sinistra verso la spiaggia mi porto al centro della carreggiata e segnalo che sto per girare, ma questo non impedisce a uno stronzo con una bmw gs di venirmi quasi addosso a tutto gas strombazzando il clacson. Scarto a destra, imprecazione di rito, guardo bene da entrambe le parti e imbocco la strada.
Farei qualche foto, ma avevo conservato la fotocamera nello zaino quando mi ero fermato all'incrocio, e decido di continuare. Il sentiero sterrato non è molto difficile e mi permette di procedere - finalmente in leggera discesa - a 8-10 km/h per non sollecitare troppo la bici. Arrivo al cancello della riserva e chiedo se posso entrare con tutto il mezzo.
Il guardiano alza le spalle come a scusarsi - forse vedendomi stanco e trafelato - e mi dice di no. Anche se spingo la bici a mano? "Mi dispiace, non si può". Vabbè come non detto, me l'aspettavo in fondo.
Tanto per non lasciarvi a bocca asciutta ecco la spiaggia di calamosche in una foto presa da internet:
Torno indietro e ripercorro la provinciale fino all'ingresso di noto. Quella che era stata un'antipatica salita adesso diventa una discesa vertiginosa: senza pedalare raggiungo i 40km/h in un batter d'occhio, e comincio a farmela addosso perchè mi rendo conto che i freni della b'ebike fanno abbastanza schifo. Quello posteriore non ha mordente e quello anteriore fa più casino di un disco dei converter.
Arrivo all'ingresso di noto e faccio un'altra piccola pausa per bere e mandare un messaggio alla mia ragazza per dirle che sono ancora vivo. E anche per far risvegliare la mia attrezzatura riproduttiva che si è un po' intorpidita.
Riparto per avola attraverso la statale 115, che fa continuamente su e giù ma con una sola salita impegnativa che però supero più o meno agevolmente grazie all'assistenza. Polpacci e quadricipiti cominciano a dirmi che sarebbe ora di finirla e dopo poco arrivo ad avola, passo davanti alla porta di casa mia e volo di filato al blu bar a prendermi un bel caffè.
Per oggi è andata.
Amore Mio ma tutti i particolare ( BMW e freni di mierd ) non me li avevi raccontati =PPPPP.... ti amo cucciolo..mi piace il mix di racconto e foto..SMUACKETE TRESOR!!!!
RispondiEliminaamore mio ma grazie!!! smack!
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