mercoledì 18 maggio 2011

Il solito post strappalacrime sui ricordi d'infanzia

Esco dalla rotatoria e imbocco il lungo viale che dal mare sale su su fino al centro. Strada liscia e dritta, in leggera salita, sto tornando tranquillamente a casa dopo il caffè al bar con un amico. Ad un tratto un ragazzino munito di bmx mi chiama dal marciapiede: "la facciamo una corsa? vediamo chi è più forte?".
Accenno un sì con la testa, attacco l'assistenza e acceleriamo entrambi. Lui si alza sui pedali e tira come un dannato, io pedalo tranquillamente facendo fare tutto al motorino elettrico, vediamo come va a finire.
Dopo qualche decina di metri passa in testa e taglia il "traguardo", vittorioso e felice.
Gli faccio un cenno di saluto e continuo la mia strada verso casa.
"Ma che ce ne frega?", direte voi, beh nulla in realtà, però questo piccolo episodio mi ha fatto ricordare un mare di cose: pomeriggi d'estate assolati passati a vagabondare tra i vicoli - in bici, ovvio -, la mamma che si incazzava perchè prendevamo la bici dopo esserci fatti la doccia e sudavamo di nuovo, le prime spedizioni fuori dal quartiere, ovviamente evitando le strade principali per paura di essere visti da parenti e conoscenti che avrebbero prontamente riferito ai genitori il nostro allontanamento. E poi ancora le ginocchia nere, le croste, le gomme da masticare con le figurine, i tatuaggi finti, salire e scendere dai marciapiedi, le patatine al formaggio al riparo di un portico, le gimkane, le gare a chi faceva la frenata più lunga, quelli di 15 anni che sembravano vecchi saggi, giocare con le biglie, assaggiare l'acqua tonica per la prima volta e rendersi conto che nonostante il nome promettente faceva davvero schifo.
E tante altre cose che adesso non ricordo.
Cazzo sono vecchio.

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